Le pagine di cultura dei quotidiani di oggi traboccano di articoli sulla incredibile scoperta avvenuta a Firenze, sulla parete est del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Sotto il dipinto del Vasari, la Battaglia di Scannagallo, si potrebbe celare la famosa Battaglia di Anghiari dipinta niente di meno che da Leonardo da Vinci.
Dai lunghi resoconti che si possono leggere anche on-line, parrebbe che l’eccezionale scoperta sia avvenuta grazie al ritrovamento di un tipo di colore nero utilizzato esclusivamente da Leonardo, dietro la parete est del salone. Grande eccitazione, grande coinvolgimento, assegni a cinque zeri, politici che parlano, polemiche che esplodono e via dicendo.
Peccato che in tutto questo trambusto, nessuno si sia ricordato di citare un dettaglio insignificante. Nello stesso salone, lo stesso Vasari ha dipinto su una bandiera verde la scritta bianca “CERCA TROVA” nell’affresco Vittoria di Cosimo I a Marciano in val di Chiana. Insomma, il mistero sull’affresco di Leonardo non è esattamente una novità, è una storia affascinante che va avanti da diversi secoli. Lo stesso Vasari, evidentemente, si è divertito a seminare indizi (veri o falsi?).
Quindi va benissimo raccontare di nuovo la vicenda, anche perché, al di là dell’ironia, il ritrovamento del “nero di Leonardo” porta nuovi interessanti elementi alla teoria dell’affresco nascosto. Ma nemmeno citare il fatto che questo mistero ha radici antiche è una grave lacuna. Anche perché se si affermasse l’idea che su questo mistero, oltre che la tecnologia, tanto ci potrebbero dire gli archivi del Vasari, forse ci sarebbe maggior pressione sul governo perché non permetta che vengano venduti a privati stranieri. Eventualità momentaneamente sventata, grazie all’ex ministro Bondi – anche lui ogni tanto ne ha azzeccata una – ma non ancora sparita dall’orizzonte, anzi.
Tommaso Canetta
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