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RIFORMA DEGLI ESAMI DI STATO

gennaio 22, 2012

Il governo vuole veramente aprire il mercato ai giovani? Allora è imperativo che si agisca sul fronte degli esami di Stato che regolamentano l’accesso alle professioni. Fino ad ora l’unica misura presa dall’esecutivo guidato da Mario Monti  in materia è consentire che si svolga un semestre di pratica quando si è ancora studenti universitari. Niente di male, ma nemmeno niente di risolutivo. Da questa misura è previsto che rimangano esclusi medici e veterinari. Nel loro percorso di studi, del resto, esista già una fortissima compenetrazione tra attività di studio teorico e di pratica: non c’era evidentemente bisogno di andare a complicare una situazione non problematica.

Ma dai medici gli altri ordini professionali dovrebbero prendere maggiore ispirazione, in particolare proprio per quanto riguarda l’esame di Stato. Ai laureati in medicina viene infatti sottoposta una prova scritta, di qualche centinaia di crocette estratte da un insieme di quasi 7 mila, già conosciute dagli studenti. Accanto a questa prova si affianca un periodo di tirocinio. E’ immediatamente evidente il pregio di una prova a crocette: l’oggettività. Se pensiamo ai problemi che dà a tal proposito l’esame di Stato da avvocato o da giornalista, si capisce come il tema non sia affatto secondario. Se l’esame dev’essere gestito dai professionisti stessi, cioè in una situazione di palese conflitto di interessi, almeno che la prova sia la più oggettiva possibile.

Quanto alle obiezioni che un avvocato non dovrebbe essere valutato sulle crocette, è facile rispondere che un medico dovrebbe esserlo ancora meno. Il governo affronti anche questa questione, già che tra liberalizzazioni e valore giuridico del titolo di studio è già attivo in campi attigui. Coinvolga anche i rappresentanti delle categorie, e li metta di fronte a una scelta secca: o si riforma l’esame di Stato in modo che diventi oggettivo (non è pensabile che lo stesso compito venga promosso a Bari e bocciato a Venezia), oppure lo si sottrae alla competenza degli ordini. Non saranno in grado di scegliere tra le due opzioni? Si reintroduca la spada di Damocle dell’abolizione degli Ordini se una decisione non dovesse essere presa entro un dato termine.

Tommaso Canetta