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LA MORALE GRILLINA CI INGANNA SULLE VERE PRIORITA’

marzo 16, 2013

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Arrotondiamo per eccesso: ci sono 1000 parlamentari che guadagnano 15.000 euro al mese. Quindi, contando tredicesime e quattordicesime, lo Stato spende per loro 210 milioni di euro all’anno. Se dimezzassimo i parlamentari e gli riducessimo a un quarto dell’attuale lo stipendio, otterremmo un risparmio di oltre 180 milioni di euro. A prima una vista una cifra ragguardevole, specie se consideriamo che il budget attuale serve a sfamare gente come Scilipoti. Ma il gravissimo danno che la morale grillina sta causando al Paese, è la mistificazione sistematica sugli ordini di grandezza del problema.

Uno Stato che spende ogni anno per la Sanità una cifra intorno ai 110 miliardi di euro, e che di quei 110 miliardi potrebbe risparmiarne 10 solo portando ad uno standard medio di efficienza le Regioni dove invece lo spreco e la bassa qualità del servizio sono la regola, non può illudere i cittadini che la soluzione dei problemi passi dalla lotta ai privilegi della casta. C’è una sproporzione di quasi 50 a 1 tra i risparmi che si ottengono accanendosi sugli stipendi degli onorevoli e quelli che si otterrebbero accanendosi sugli sprechi della Sanità.

Si dirà che i due problemi non sono scindibili, che il motivo per cui la sanità spreca tutti quei soldi è che è collusa col potere politico. Questa affermazione purtroppo non è strettamente vera, ed è dimostrato dal fatto che la Lombardia è una delle Regioni con il sistema sanitario al contempo più efficiente e più colluso con la politica. Ovvio che si debba intervenire sul tema della nomina dei primari, dei dirigenti, delle clientele etc. Ed è una priorità “etica”. Ma non si può pensare che basti questo a risolvere il problema macroeconomico dello Stato.

Un’altra questione che viene sbandierata come discriminante per l’attuale fase politica è quella dei rimborsi elettorali. Nessuno nega che i politici che impongono misure lacrime e sangue al Paese dovrebbero essere i primi a dare l’esempio ed imporsi una cura dimagrante. Ma ancora una volta si ingannano i cittadini sulle proporzioni della questione: 250 milioni di euro (in cinque anni) che vanno ai partiti (di nuovo arrotondiamo per eccesso) non sono rilevanti per uno Stato che deve pagare 80 miliardi di euro all’anno di interessi sul proprio debito pubblico. Abbattere quel debito sì che è una priorità. E proporre l’uscita dall’euro o un non meglio precisato reddito di cittadinanza (da tenere ben distinto dal reddito minimo garantito, provvedimento di assoluto buonsenso ed equità) non sono misure che vadano nella giusta direzione.

Insomma la casa sta crollando. Invece di ascoltare gli ingegneri che chiedono preoccupati di risistemare le fondamenta, rafforzare i pilastri portanti  e riparare il tetto, ci stiamo lasciando abbindolare dall’arredatore che la priorità sia sbarazzarci degli arazzi polverosi (oggettivamente orribili) che infestano tutta la casa, piantare le margherite nel giardino e ridipingere la facciata di uno spensierato color pistacchio. E che questo dovrebbe bastare ad impedire il crollo…

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